venerdì 30 marzo 2018

Ho Visto... Scappa - Get Out, Cult o no? Con menzione al finale alternativo

Scappa - Get Out è stato prodotto dalla Blumhouse. Fondata nel 2000 da Jason Blum questa casa editrice è specializzata nel realizzare horror a basso budget. Questa caratteristica gli permette di dare spazio a registi esordienti, a idee stravaganti e ovviamente a progetti che possono essere poi soggetti a censura. Per completare questa introduzione sulla Blumhouse vi segnalo che tra i loro film più importanti c'è la saga di Paranormal Activity, la saga di Insidious e La saga di The Purge. Sottolineo infine che grazie a questi successi Jason Blum ha dato vita a film come Split segnando il ritorno al vero successo per M. Night Shyamalan e ha fatto debuttare, per il cinema, il regista Damien Chazelle (La La Land) con Whiplash che ha vinto tre premi Oscar.

Lo spirito produttivo della Blumhouse ha dato fiducia anche al regista di Scappa - Get Out.
Jordan Peele, infatti, esordisce alla regia e scrive la sceneggiatura di Scappa - Get Out partendo dall'idea di lanciare un messaggio di tipo razziale. Ma è stato a un passo da farsi lo sgambetto da solo...



La storia del film si svolge nella periferia in cui abita la famiglia della fidanzata di Chris, il protagonista interpretato da Daniel Kaluuya. La sua permanenza viene continuamente minacciata dalle attenzioni "razziste" da parte della famiglia e degli invitati che giungono per partecipare all'asta che ha come oggetto proprio Chris. Scopriremo presto che da generazioni questa comunità utilizza i corpi degli afroamericani per prolungare la loro esistenza.

La struttura di questo Thriller/Horror è classica, divisa in tre atti e con un bel colpo di scena. La stessa idea della ricerca dell'immortalità è già vista. E pensate se i corpi sostituiti fossero stati quelli di altri ragazzi e ragazze "bianchi" (ecco il "quasi sbambetto"), carino ma nulla in più. Il colpo vincente che rende il film a più livelli, e che quindi regala spessore alla pellicola, è proprio il relazionare tutto all'argomento del razzismo. Geniale la mossa di inserire come fattore scatenante la vittoria di Jesse Owens ai Giochi olimpici di Berlino del 1936. L'affronto "fisico" alla razza ariana rende il film tutt'altro che un semplice thriller.
Lo rende, in questo preciso momento storico, un portatore sano di messaggio per la comunità e come è successo per Black Panther (il film Marvel) ha ricevuto un forte appoggio dalla comunità afroamericana. Pensate che il film è costato solamente 4.5 milioni di dollari (più circa 15 di marketing pubblicitario sborsati da Universal che ha distribuito il film) incassandone 255 in tutto il mondo di cui addirittura il 69% solo negli Stati Uniti dove la comunità afroamericana è molto forte.


Cult o no?


Scappa Get-Out è assolutamente uno degli instant Cult dei tempi moderni. Film che piacciono fin da subito al pubblico e che hanno un tam-tam mediatico, sui social in primis, molto potente. E i riflettori puntati su un film hanno sempre un bell'effetto. L'Academy Awards l'ha candidato infatti a ben quattro premi Oscar (Migliore sceneggiatura originale per Jordan Peele, miglior film, miglior attore a Daniel Kaluuya e miglior regista a Jordan Peele) vincendo quello per la miglior sceneggiatura originale. Inoltre nel 2017 ha ricevuto una cascata di riconoscimenti che sono ben elencati su wikipedia a questo link.
Se Scappa Get-Out sarà o no un cult fra 15/20 anni non possiamo saperlo adesso. Fatemi sapere che ne pensate.

Finale alternativo

Il regista Jordan Peele ha girato anche un finale alternativo diverso da quello che vediamo nel film. Lo sottolineo perché ne ha girati anche 6 con lo stesso finale ma con delle battute diverse da parte dei due amici che si re-incontrano. 
In questo finale alternativo di Scappa Get-Out le luci che si riflettono sul volto del protagonista sono quelle di un veicolo della polizia e non quelle dell'auto da vigilante dell'amico. Chris viene portato via e lo vediamo in prigione con la classica tuta arancione da detenuto. Chris è stato praticamente dichiarato colpevole di molteplici omicidi. Viene girata una scena in cui riceve una visita del suo amico più fidato e con il telefono, attraverso un vetro protettivo, i due si parlano e Chris racconta all'amico che non ci sono prove a suo favore poiché sono state tutte bruciate durante l'incendio.
Questo finale sarebbe stato ancora più cupo e negativo, da vero film horror. Il surreale weekend di Chris si trasforma in un incubo ancora peggiore una volta che si ritrova condannato all'ergastolo per omicidio. Il regista ha dichiarato di aver scelto il finale che conosciamo perché aveva bisogno di un eroe e non di una vittima alla fine del film.



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