lunedì 30 aprile 2018

Ho Visto di nuovo Poirot all'opera... Assassinio sull'Orient Express

Agatha Christie non ha bisogno certo di presentazioni. È una delle più influenti e famose scrittrici del novecento. È talmente importante la sua firma che mi sono sempre chiesto come mai il cinema, al contrario della televisione, non fosse riuscito a sfruttarla al massimo del suo potenziale. Quantomeno il cinema moderno fatto di universi, saghe e personaggi "fissi". In passato sono stati realizzati dei bellissimi film dai racconti di Agatha Christie come 10 piccoli indiani, delitto sotto il sole, assassino sull'orient express e assassinio sul nilo; questi ultimi due vincitori di un premio Oscar ciascuno.

Nel 2017 esce finalmente al cinema Assassinio sull'Orient Express (Murder on the Orient Express). Una nuova versione cinematografica di uno dei racconti più famosi della scrittrice con protagonista il detective Poirot.
Per dirigere e interpretare il film viene scelto Kenneth Branagh, famoso per la sua passione per la letteratura in generale e per i suoi lavori sui romanzi di Shakespeare. Branagh non è mai stato un cineasta da calci e pugni, persino in Thor dei Marvel Studios era riuscito a dare profondità a dei personaggi che, forse, il pubblico avrebbe voluto vedere solo combattere (il film non fu particolarmente apprezzato). Quindi Kenneth Branagh non sarebbe adatto a blockbuster moderni dove il pubblico, per lo più giovane, ha delle richieste e pretese ben particolari.



Assassinio sull'Orient Express però non ha le connotazioni di un blockbuster moderno. Come i romanzi della Christie riesce a essere sempre attuale anche se ambientato nel passato. Quello che muove i protagonisti è sempre attuale. Grazie a questo il film ha un fascino molto particolare tra montagne nevose e carrozze dell'Orient Express si riesce a vivere, attraverso Poirot, un'esperienza che va oltre quella di essere un semplice spettatore. Sembra di essere davanti a un film che viene da un'altra epoca. Un film elegante che grazie alla regia di Kenneth Branagh stupisce e meraviglia.
La caratterizzazione dei personaggi è ben studiata e Poirot, personaggio principale, è pensato nei minimi particolari, dall'evidenza dei baffi alla sua provenienza e arguzia. Viene sicuramente voglia di vedere la prossima avventura e di sperare che i produttori non si fermino qui e che l'universo di Agatha Christie possa rivivere sul grande schermo con lo splendore e lo spazio che merita.


Costato solamente 55 milioni di dollari ne ha incassati in tutto il mondo più di 350. E adesso è disponibile in DVD, Blu-ray e 4K con un ottimo reparto extra che ho goduto nel vedere e sopratutto ascoltare perché sono presenti delle testimonianze registrate della stessa Agatha Christie. 
Vi consiglio dunque, di vedere il film e approfondire la conoscenza con l making of attraverso i contenuti speciali.
I link per l'ordine di Assassinio sull'Orient Express ve li lascio qui sotto

venerdì 13 aprile 2018

Sotto muscoli e macerie c'è un film vero. Ho visto Rampage - Furia Animale!

Partiamo con quello che sapete tutti ma che devo scrivere per completezza di informazioni.
Rampage era un bellissimo videogioco arcade che noi fortunati quarantenni abbiamo visto spuntare nei cabinet delle sale giochi vecchio stampo alla fine degli anni ottanta: sale buie dove ogni punto luce era una nuova avventura da vivere, bastava una semplice monetina.
Rampage era un successo perché chi giocava, finalmente, si poteva calare nei panni del cattivone, un mostro che distruggeva intere città. Si poteva giocare da soli, in due o persino in tre. I tre mostri selezionabili, differenti solo dal punto di vista estetico, erano due uomini e una donna diventati mostri in seguito a esperimenti scientifici. Negli anni a venire Rampage ha avuto un discreto successo con diversi sequel ufficiali. Si tratta di un videogioco che ha fatto storia. E ora, finalmente direi, diventa un film con la star muscolosa più pagata di Hollywood, ovvero Dwayne Johnson. Che io amo molto.



Un film spesso come i muscoli di The Rock


Rampage - Furia Animale è diretto da Brad Peyton che aveva diretto Dwayne Johnson nel catastrofico San Andreas tre anni fa. Il film ha mantenuto una base narrativa lineare e semplice tipica dei film "fracassoni", gli sceneggiatori sono stati però capaci di dare un minimo di caratterizzazione ai personaggi umani e sopratutto al gorilla George. Inoltre hanno reso credibile l'operazione scientifica di ricerca dietro la tecnologia CRISPR e un cattivo fino al midollo.


Distruzione totale in pieno giorno


Distruzione e combattimenti con animali giganti sono ovviamente al centro del film, regalano uno spettacolo puro per la gioia degli amanti dei mostri. E lo spettacolo è sempre ben visibile, non ci sono scene confuse tipiche della "pochezza" della CGI. In Rampage gli effetti speciali affidati alla WETA (e non solo) sono di primissima qualità. Le creature hanno tutte il loro spazio in pieno giorno e mostrano tutti differenti movimenti e abilità. L'incredibile finale, da rimanere a bocca aperta, ambientato nella città di Chicago farà felici i più esigenti amanti dei mostri.



Il divertimento si chiama George

Rampage non è solo action e questo è molto importante. Il duo comico formato dal gorilla George e dal personaggio interpretato da Dwayne Johnson, Davis Okoye, vi farà ridere tanto fin dall'inizio. Rampage scorre tra una risata e uno WOW mettendo ancora in risalto le doti comiche di Dwayne Johnson e disegnando un personaggio che non è solo tutto muscoli e azione come i tipici eroi degli anni ottanta ma anche tanto divertimento. E, come poco spesso accade, il nostro eroe si fa male e i segni sono evidenti.


Il film e il videogioco

Dopo aver visto Ready Player One (potete leggere QUI il mio assaggio critico) l'occhio è ancora in cerca di easter egg e in Rampage - Furia Animale non mancano. C'è un cabinet del gioco Rampage nell'ufficio della cattivona e durante il film viene nominato Ralph (che è il nome del Lupo del videogioco). Ci sono altre situazioni riportate dal videogioco che non vi anticipo per non rovinarvi la sorpresa.
Inoltre c'è una bella citazione ad Alien con protagonista Joe Manganiello e un richiamo verbale a Justice League (sarebbe stato più opportuno farlo a Watchmen però - guardando il film scoprirete perché).


Conclusione

Rampage è da vedere sul grande schermo con un mega bicchiere di pop corn. È il film perfetto per una serata spensierata, per farsi quattro risate e vedere cosa riesce a realizzare la bellissima arte cinematografica. Un film, non serio, realizzato molto seriamente, senza strafalcioni e con tanta attenzione. Ho apprezzato la volontà di fare un film diverso da Kong o Godzilla, seppure con molti punti di contatto.
Rampage è un film dove natura, uomo, casualità e scienza vengono messi in discussione, e forse sotto tutti quei muscoli e quelle macerie c'è un film "vero".
Decisamente promosso e non vedo l'ora di avere il Blu-ray per scoprire di più sulla realizzazione di Rampage - Furia Animale

Vi lascio (per il momento) con il link al libro "The Art and Making of" che vi mostra come hanno lavorato i concept artist e non solo.


In ultimo, lo so ho scritto "conclusione" troppe righe fa. Conservo qui tre poster internazionali fantastici di Rampage - Furia Animale




venerdì 6 aprile 2018

Ready Player One, il visore dello spettatore e i sentimenti contrastanti

Ho quarant'anni
Ho letto il libro di Ernest Cline dal titolo Ready Player One
Ho visto Ready Player One al cinema

Credo sia una premessa fondamentale per commentare un film che è molto particolare, che può suscitare diversi livelli di interesse a seconda del pubblico che lo guarda. La mia età e la mia vita da giocherellone amante del cinema è servita per apprezzare le più disparate citazioni cinematografiche e video ludiche, perché io quei film li ho visti e quei giochi li ho giocati (non tutti). È importante aver letto il libro per apprezzare di più il film? Non necessariamente, ma indubbiamente mi pone a un livello superiore per la lettura di un film non semplice (e vedremo più avanti il perché).
Ho visto Ready Player One al cinema, perché è il luogo per antonomasia in cui bisogna vedere i film. Se avete visto Ready Player One, proprio questo film, in streaming il vostro giudizio sarà alterato dalla pochezza della qualità delle immagini che la fanno da padrone in questo film.



La Moda


Adesso che ho fatto la giusta premessa posso farvi capire cosa ne penso di Ready Player One. Film diretto da Steven Spielberg. Uno degli uomini più importanti a livello cinematografico degli anni 70,80 e 90. Uno dei registi che ha contribuito a formare la cultura pop che oggi tanto osanniamo e che è prepotentemente tornata di moda...
Ecco, la moda.
Tutto nella storia è destinato a tornare, vuoi perché dagli errori non si impara mai e vuoi perché è il corso della vita. Le nuove generazioni che devono imparare dalle vecchie e le vecchie che vivono di ricordi. Poi tutto si trasforma in moda, che non per forza è una brutta parola. Spesso è aggregante e fa bene. Questa moda cinematografica/televisiva che forse ha un inizio, nel 2007, segnato con la creazione da parte di Chuck Lorre e Bill Prady della serie TV The Big Bang Theory. La stessa moda che ha portato nelle nostre case anche la serie TV Stranger Things, film come Pixels e Ralph Spaccatutto e la possibilità delle case di distribuzione di rimettere mano a quegli anni per riportare in vita, con remake e reboot, film amati e nella memoria di tutti. Due esempi di successo su tutti sono il recente Jumanji con Dwayne Jonhson e l'horror IT.


Il Libro


È indiscutibile la voglia di conoscere meglio quegli anni da parte dei giovanissimi e la voglia di vivere quei ricordi dei nostri tempi felici. Nasce così Ready Player One, scritto da un ragazzo degli anni settanta che come molti di noi ha adorato la sua infanzia. Ernest Cline non ha fatto nulla di originale, ed è normale visto che il libro è una semplice caccia al tesoro piena di riferimenti geek/nerd. Il libro stesso, se vogliamo, è una easter egg all'opera giapponese Sword Art Online. Per i più maligni sarebbe una "scopiazzatura occidentalizzata" ma a me piace pensarlo comunque come un omaggio.
Non vi annoierò con le differenze tra libro e film perché sono davvero tantissime.


Lo spettatore indossa il Visore


Il protagonista del film, Wade Watts, per sfuggire dalla triste realtà che il mondo è destinato a vivere si rifugia nell'universo virtuale di OASIS dove chiunque può essere chiunque e come un videogioco si possono vivere incredibili avventure. Quella che però è al centro dell'attenzione di tutti è la caccia al tesoro che è stata lasciata come testamento dal creatore di OASIS. Un viaggio tra citazioni, riferimenti e ricordi negli anni 70, 80 e 90 (quelli che anche Spielberg ha contribuito a creare, ricordate?). Wade per entrare in OASIS indossa un visore elettronico, un po' come gli occhiali della realtà virtuale della Playstation 4. Nel momento in cui il protagonista indossa il visore lo fa anche, per induzione, lo spettatore che viene catapultato in un mondo che praticamente riconosce. Il mondo video ludico pieno di riferimenti alla cultura pop. Ready Player One infatti è, senza esserlo, un film di un video gioco. Forse confonde lo spettatore, lo rende passivo nella visione del film attivando invece la ricerca dell'easter egg. Lo spettatore con il visore cerca, scruta, indica, ricorda. Vive un film-game nel film. Non ha tempo di conoscere i personaggi, di immedesimarsi o di empatizzare con loro. Questo è il grande limite e il grande pregio del film. Questo lo rende, al momento, unico. 


Sentimenti contrastanti


Ready Player One è un continuo puntare il dito al grande schermo vivendo a tratti un'avventura semplice in un film che non ha nulla di originale. Le emozioni sono regalate dalle citazioni, ho avuto persino la pelle d'oca nella sequenza dedicata a Shining o alla semplice visione di King Kong (huge fan). Il film nel senso stretto del termine quasi non esiste e se ne sente la mancanza. Se penso a film basati su una caccia al tesoro mi vengono in mente I Goonies, il primissimo film dei Pirati dei Caraibi, Il mistero dei Templari e il Codice da Vinci. Tutti film che hanno una forte componente di ricerca che durante la visione è insita anche nello spettatore che quasi viene spinto a condurre il gioco per trovare il tesoro (l'egg). In Ready Player One questa componente è assente e non c'è coinvolgimento. Viene data poca importanza agli indizi e al vero percorso tra le easter egg che, come scritto, comandando il film e lo spettatore.
Senza alcun dubbio l'intento della produzione era di avere le easter egg a comandare il gioco, a essere il centro dell'attenzione, a essere loro la storia e non al servizio di essa. In questo hanno assolutamente centrato l'obiettivo.
Per l'80% il film è in computer grafica assomigliando proprio a un film d'animazione digitale o meglio, a un videogame. La realizzazione è di altissima qualità e alcune scene sono davvero spettacolari. Limitatissimo l'uso dello slow motion.


Tornando al maestro Steven Spielberg

Ho letto su IMDB che prima di assumere Steven Spielberg la Warner Bros. ha contattato ben cinque registi, ovvero: Christopher Nolan, Robert Zemeckis, Matthew Vaugh, Peter Jackson ed Edgar Wright. Tutti registi di alto livello e diversi tra loro che hanno rifiutato un film difficile.
Steven Spielberg è la sesta scelta. L'uomo che ha contribuito a creare quell'universo che si ripercuote in quasi ogni film di oggi e sempre nelle nostre memorie è stata la sesta scelta. Perché?
Tra i cinque registi che hanno rifiutato io credo che solo Nolan non fosse proprio adatto e forse la mia scelta migliore sarebbe stata Zemeckis per una serie di ragioni con le quali non vi annoierò in questa già lunga recensione/commento/disquisizione su Ready Player One.
Credo fortemente che abbiano scelto Spielberg perché era l'uomo giusto non tanto per dirigere, ma l'uomo giusto per la copertina del film. Il suo nome abbinato al film con il, forse, più alto numero di citazioni della storia in riferimento agli anni 70,80 e 90 è già di per se una mossa pubblicitaria molto astuta. Steven Spielberg è un nome che "riempie la bocca", fa gridare al capolavoro anche se non si tratta di capolavoro. E sopratutto rievoca ricordi anche senza quel famoso visore.

In Conclusione


Ready Player One non è un capolavoro, è un film molto furbo e molto buono. Divertente, spettacolare e attualmente retrò come piace ai geek/nerd.
I capolavori del cinema sono altri, i capolavori di Spielberg sono ben altri. 
Attendo il 31 agosto per acquistare il Blu-ray e per godermi gli aspetti della realizzazione del film, lo rivedrò ancora, a casa, per continuare la ricerca delle easter egg.

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