L'idea di questa recensione è quella di andare all'essenza del film di Jon Watts, realizzato in collaborazione tra Marvel Studios e Sony Pictures. Quindi, è bene avvertirvi subito: il seguente assaggio critico contiene Spoiler sul film Spider-Man: Far From Home.
Il Doppio Sequel
Spider-Man: Far From Home è, prima di tutto, un doppio sequel. Il film si pone come successivo sia a Spider-Man: Homecoming che ad Avengers: Endgame. Un impegno gravoso che avrebbe potuto schiacciare la storia del film con troppe responsabilità. Invece, gli sceneggiatori Chris McKenna ed Erik Sommers si sono districati in maniera egregia tra le trappole che le troppe connessioni con il Marvel Cinematic Universe (MCU) e i suoi precedenti 22 lungometraggi potevano presentare.
McKenna e Sommers (autori dello strepitoso LEGO Batman - Il film e di Jumanji - Benvenuti nella giungla) hanno dimostrato molta esperienza nel ricalcare le classiche commedie, dove il protagonista si ritrova, suo malgrado, in un'avventura che non aveva cercato fino a quel punto e che continua a voler sfuggire, fino a quando non capisce di poterne venire a capo in qualche modo. Un esempio unico nel panorama dell'MCU, che porta freschezza a un genere che deve rinnovarsi di volta in volta, per non stancare il pubblico.
Tornando al concetto di doppio sequel, Spider-Man: Far From Home racconta del ritorno di coloro che hanno subito il Blip (anche detto Decimazione) con lo schiocco di dita di Thanos e ovviamente della morte di Tony Stark, che in Spider-Man: Homecoming era il mentore di Peter Parker. Ciò si fonde con la necessità di crescita del nostro eroe, che non ha più il suo mentore, non ha - nonostante lo cerchi - l'appoggio di altri supereroi e deve contare sulle proprie forze.
Mysterio e Spider-Man, figli di Tony Stark
Mysterio non è un cattivo qualsiasi. La sua presenza si connette intensamente ai precedenti film del Marvel Cinematic Universe, come se fosse sempre esistito. La sua presenza nel film ha diverse chiavi di lettura e per questo risulta profondo, enigmatico ed estremamente affascinante.
Dando merito a McKenna e Sommers (già sceneggiatori di Spider-Man: Homecoming), Mysterio si fonde perfettamente alla storia di Peter Parker grazie allo stretto legame che Quentin Beck (interpretato da Jake Gyllenhaal) ha con Tony Stark.
Sia Peter che Quentin vengono posti sullo stesso livello rispetto a Tony, che si può considerare il padre putativo di entrambi: i due fanno parte del suo retaggio: Beck per le Stark Industries e Peter per la parte eroica di Tony (gli Avengers). Curioso l'intreccio tra i due, dato che Peter continua a rigettare l'idea di diventare il nuovo Iron Man, mentre Quentin lo desidera ardentemente.
Il finale del film, poi pone l'accento sul fatto che Spider-Man: Far From Home è l'ultimo film della Fase 3 MCU e che chiude con una chicca l'eredità del primo Iron Man, dopo 11 anni. Nel primo film del Marvel Cinematic Universe diretto da Jon Favreau e interpretato da Robert Downey Jr nelle vesti di Tony Stark / Iron Man, il supereroe alla fine del film sovverte l'idea in sé di alter-ego (che ha sempre contraddistinto i supereroi, in quanto vivono sotto una identità segreta), facendo dire a Tony Stark, in ultima battuta, "Io sono Iron Man". La spavalderia di Tony permette al supereroe di rivelarsi, senza timore di ripercussioni o altro. La scelta di far rivelare l'identità segreta di Iron Man nel film, fu fatta anche per contrastare l'idea e cambiare la rotta che aveva avuto lo Spider-Man di Sam Raimi al cinema poco anni prima. Quindi, Spider-Man: Far From Home si chiude con Beck che rivela l'identità di Spider-Man a tutto il mondo: "Spider-Man è Peter Parker". Ciò continua a far vivere il legame tra Peter e Tony, come se, adesso questa rivelazione portasse sulle spalle di Peter Parker quella responsabilità che fino a quel momento, lo stesso Peter aveva evitato. Una chiusura a dir poco perfetta per l'MCU e per il film stesso che apre nuove possibilità per il nostro amichevole Spider-Man di quartiere.
Come preambolo a tutto ciò, c'è la bellissima scena di Peter Parker, all'interno dell'aereo delle Stark Industries, impegnato a realizzare la sua nuova tuta - non a caso rossa e nera - ascoltando gli AC/DC con il brano Back in Black (lo stesso collegato al primo film di Iron Man). Il parallelismo tra Peter e Tony funziona molto bene ed è di grande impatto.
Sia Peter che Quentin vengono posti sullo stesso livello rispetto a Tony, che si può considerare il padre putativo di entrambi: i due fanno parte del suo retaggio: Beck per le Stark Industries e Peter per la parte eroica di Tony (gli Avengers). Curioso l'intreccio tra i due, dato che Peter continua a rigettare l'idea di diventare il nuovo Iron Man, mentre Quentin lo desidera ardentemente.
Lui è Spider-Man
Il finale del film, poi pone l'accento sul fatto che Spider-Man: Far From Home è l'ultimo film della Fase 3 MCU e che chiude con una chicca l'eredità del primo Iron Man, dopo 11 anni. Nel primo film del Marvel Cinematic Universe diretto da Jon Favreau e interpretato da Robert Downey Jr nelle vesti di Tony Stark / Iron Man, il supereroe alla fine del film sovverte l'idea in sé di alter-ego (che ha sempre contraddistinto i supereroi, in quanto vivono sotto una identità segreta), facendo dire a Tony Stark, in ultima battuta, "Io sono Iron Man". La spavalderia di Tony permette al supereroe di rivelarsi, senza timore di ripercussioni o altro. La scelta di far rivelare l'identità segreta di Iron Man nel film, fu fatta anche per contrastare l'idea e cambiare la rotta che aveva avuto lo Spider-Man di Sam Raimi al cinema poco anni prima. Quindi, Spider-Man: Far From Home si chiude con Beck che rivela l'identità di Spider-Man a tutto il mondo: "Spider-Man è Peter Parker". Ciò continua a far vivere il legame tra Peter e Tony, come se, adesso questa rivelazione portasse sulle spalle di Peter Parker quella responsabilità che fino a quel momento, lo stesso Peter aveva evitato. Una chiusura a dir poco perfetta per l'MCU e per il film stesso che apre nuove possibilità per il nostro amichevole Spider-Man di quartiere.
Come preambolo a tutto ciò, c'è la bellissima scena di Peter Parker, all'interno dell'aereo delle Stark Industries, impegnato a realizzare la sua nuova tuta - non a caso rossa e nera - ascoltando gli AC/DC con il brano Back in Black (lo stesso collegato al primo film di Iron Man). Il parallelismo tra Peter e Tony funziona molto bene ed è di grande impatto.
Cinema, apparire o essere
Nella trama cucita addosso a Quentin Beck c'è anche una palese critica alla società, la quale diventa sempre più apparenza e meno sostanza. Ciò non avviene, come spesso accade, con discorsi campati in aria ai quali non corrispondono fatti, ma attraverso le dirette azioni del cattivo, che inganna il mondo intero tramite degli effetti speciali (e non trucchi di magia come nei fumetti), ponendo spessore alla critica, che viene filtrata attraverso il cinema e il meta-cinema. Beck, infatti protagonista in un film dove gli effetti speciali sono una parte fondamentale, si veste con una tuta da motion-capture per ricreare gli effetti speciali del film nel film. Un doppio inganno voluto, che funge da valore aggiunto a ciò che lo spettatore vede e percepisce a livello di trama. Tutto ciò fuoriesce dallo schermo, come un esperimento riuscitissimo, che aumenta il valore artistico di Spider-Man: Far From Home.
L'essenza di ragno
Se qualcuno aveva delle riserve sulla figura di Spider-Man, presentata nel primo film, ora dovrebbe ricredersi. Una delle grandi mancanze di Spider-Man: Homecoming era quella de il senso di Ragno (qui chiamato Peter prurito), che tutti i fan dei fumetti conoscono come caratteristica fondamentale dell'Uomo Ragno. In questo film, Peter cresce e tira fuori la sua essenza di ragno, risolvendo la battaglia con Beck, grazie proprio al suo "prurito". Ciò restituisce al pubblico (al di là di quale possa essere il costume preferito) il vero Spider-Man e la convinzione che il personaggio sia stato creato e pensato per essere sviluppato in questa trilogia.
Le scene dei titoli di coda di Spider-Man: Far From Home
Gli Skrull
Maria Hill e Nick Fury sono stati sostituiti dagli Skrull. Quando è successo ciò? A mio avviso, lo switch è avvenuto durante i fatti della caduta dello S.H.I.E.L.D. visti nel film Captain America: The Winter Soldier. Prima di questo film il vero Fury era impegnato a costruire gli Avengers, poi quando viene "assassinato" dal Soldato d'Inverno potrebbe aver fatto lo scambio con Talos (lo Skrull), in modo da non correre ulteriori rischi e preservare la sua vita, comandando le operazioni dallo spazio. Ciò è plausibile perché da quel momento in poi Fury si vede sempre con Maria Hill (l'altro Skrull) e, soprattutto nel film Captain Marvel (ambientato nel 1995) il vero Fury dimostra a Carol Danvers di non essere uno Skrull dicendo che non taglierebbe mai un sandwich a metà, cosa che invece si vede fare nel film successivo a Captain America: The Winter Soldier, ovvero Avengers: Age of Ultron. È impossibile che gli sceneggiatori abbiano inserito quella specifica battuta in Captain Marvel senza avere il riferimento di Avengers: Age of Ultron. Nella scena dei titoli di coda di Avengers: Infinity War si rivede in auto da solo con Maria Hill, i due dopo vengono fatti sparire dallo schiocco di Thanos. Si presume che Talos sia tornato dopo che gli Avengers hanno sistemato le cose nel 2023.
Da notare che Fury sulla nave aliena è virtualmente sulla stessa spiaggia in cui si trovava Phil Coulson nei suoi ricordi di Tahiti.
J. J. Jameson
Forse la sorpresa più piacevole del film è la riproposta di J. Jonah Jameson con il volto di J. K. Simmons che lo ha interpretato nella trilogia di Sam Raimi. Un colpo al cuore nerd di ognuno di noi, che l'hanno tanto amato in un ruolo perfetto per lui. Con due minuti di scena, viene introdotto il Daily Bugle e l'avversione di Jameson verso Spider-Man, che adesso - probabilmente - non verrà più considerato un eroe. Una presenza che fa alzare ancora l'asticella della qualità di questo film.
In Conclusione
Spider-Man: Far From Home è un film emozionante, divertente, celebrativo e al contempo pungente. Il lavoro degli sceneggiatori è stato sublime nel tessere una ragnatela fitta di intrecci, rimandi e colpi di scena, dove il cinema appare ed è finzione al cospetto di sé stesso. Una intuizione degna di essere menzionata ed elogiata ancora una volta.
Tra le scene memorabili, c'è la sequenza quasi onirica di Peter Parker intrappolato negli effetti speciali di Beck, questa comprende l'Iron Man in versione zombie, difficile da dimenticare. Tutta la sequenza sembra un rimando alle iconiche sequenze di apertura dei film di James Bond. Le scene action sono girate molto bene e forniscono al nostro Spider-Man sempre più fluidità di manovra. La storia d'amore impacciata di Peter Parker e MJ fornisce, al film, un tocco tenero e romantico tipico del personaggio e dei film per teenager.
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